L’olio extravergine di qualità esiste! Il segreto è nel gusto: amaro e piccante – da Italia a Tavola
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•Inebriante, fresco e avvolgente, con sentori di erba, carciofo, frutta esotica e di agrumi; questo è il profumo dell’olio extravergine italiano di qualità. Oltre l’80% proviene da Puglia, Calabria e Sicilia
Questi dati serviranno per comprendere quanto ne sappiamo davvero su questo incredibile ingrediente che da millenni caratterizza le tavole dei nostri antichi progenitori ma che, a distanza di 2mila anni non viene ancora nobilitato come merita. Prima di tutto, è il sud che detiene il polmone dell’olivicoltura nazionale. Oltre l’80% dell’olio extravergine italiano proviene da Puglia, Calabria e Sicilia. La famosa Toscana o l’Umbria più nobile, da cui partono decine di marchi famosi in tutto il mondo, possono produrre solo il 4% di olio.
Da qui si comincia a comprendere perché tantissimi oleifici, ditte o industrie olearie amino prendere residenza tra le colline del Chianti, nelle campagne vicino Lucca o nei pressi dei luoghi che furono di San Francesco d’Assisi in Umbria. Più si confonde il consumatore e più facile sarà scegliere, prenotare e mescolare oli di dubbia provenienza, spesso estera, che approdano sulle nostre coste per poi diventare magicamente italiani 100% se non addirittura Dop o Igp.
È recente la notizia che la procura di Grosseto ha indagato 47 persone per aver spacciato oltre 20mila litri di olio greco e pugliese come Igp Toscano, uno dei massimi riconoscimenti legislativi esistenti per tutelare la bontà del prodotto e assicurare la filiera dell’olio di qualità. Eppure i numeri per produrre un olio di certificata bontà ci sarebbero; in Italia esistono circa un milione e 100mila olivicoltori a fronte di un milione e 200mila ettari olivetati.
Se solo seguissimo le poche regole fondamentali per estrarre dalle olive il vero succo d’olio, scopriremmo dei profumi inebrianti, freschi e avvolgenti; sentori di erba, carciofo, frutta esotica e di agrumi. Avremmo una persistenza gustativa lunghissima, con riconoscimenti vegetali e speziati. Quasi sempre l’olio di qualità è amaro e piccante, ma per non essere confuso con i blend artefatti creati dai furbi di turno, l’olfatto dovrà essere profumato e quello non si può ricreare né inventare.
L’unica arma a disposizione di noi consumatori è quella di sapere, di comprendere e di tutelarci di fronte e queste porcherie che ci vengono propinate. È solo partendo da questo punto, che poi riusciremo ad apprezzare le oltre 500 cultivars sparse nelle 18 regioni italiane. Il viaggio che faremo da ora in poi sarà molto affascinante e si caratterizzerà di luoghi, volti, dialetti e storie uniche di persone che nella buona o nella cattiva sorte, hanno scelto di cominciare e continuare a tramandare la storia millenaria dell’olio extravergine artigianale e di qualità del nostro Paese.