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Tra gli ulivi millenari, titani del Salento|Itinerario turistico da valorizzare di più – da Italia a Tavola

Di Redazione

Sono dei veri e propri “colossi”, con oltre mille anni di vita, tramandati nelle leggende locali: gli ulivi millenari sono un patrimonio da scoprire, in cui perdersi, specialmente in autunno, quando sono pieni di olive

 

Ne senti parlare, esistono storie e leggende su questi giganti monumentali, ci sono anziani che ne hanno tramandato le storie ascoltate da piccoli davanti al camino e che continuano, smartphone e tablet permettendo, a tramandare ai loro nipoti. Ma finché non ti imbatti in questi “colossi”, che dimostrano tra i mille e i 2mila anni, non si può comprendere questo stato d’animo, queste specie di sindrome di Stendhal che si prova nel momento in cui ci si ritrova a stretto contatto con uno di essi.

Sto parlando delle piante secolari, millenarie, che si trovano in Salento, nella Puglia del sud, in quel tacco d’Italia che raccoglie la provincia di Lecce. I numeri sono impressionanti se elencati, ma non danno quello stesso stupore per chi ha avuto il piacere di camminare queste strade con i muretti in pietra che delimitano le varie contrade, le masserie e gli oliveti di questo territorio.

È necessario visitare questi posti per poter capire sempre di più che la Puglia è il nostro polmone olivicolo nazionale: solo in Salento esistono oltre 50 milioni di piante di olivo messe a dimora dall’uomo e forse anche dalla natura, da uccelli migratori che durante il loro passaggio lasciavano un seme o un germoglio che miracolosamente sbocciava. Se si pensa che alcuni di questi “giganti verdi” esistevano prima del Colosseo e, addirittura, prima del Partenone di Atene, vengono i brividi dall’emozione e dallo stupore.

Ma la cosa straordinaria, e io sono uno dei fortunati che lo ha potuto constatare con i propri occhi, è che durante il periodo autunnale, sono pieni di olive. Vi invito a scoprire paesi come Giuggianello, in contrada Polisano, dove “l’ulivo urlatore” mostra tutta la sua forza possente e allegorica, due rami svettano verso il cielo, quasi a urlare la sua libertà. Poi proseguite fino ad Alliste, Melissano e Casarano, fino ad arrivare a Ugento e Felline. Perdetevi tra la strada provinciale 68 e la 263, per una volta non usate il navigatore, ma chiedete alle persone, per lo più anziani, dove si trovano i vari eroi vegetali e saranno anche felici di potervi accompagnare, magari tra una frisella all’olio di varietà Ogliarola Salentina e Nociara.

Spesso la maestosità di queste piante svetta davanti a voi tra una strada e un campo di olivi. Il dispiacere più grande è quello di non trovare un cartello, un’insegna, un centro informativo che possa gridare al mondo intero, che nonostante il nostro autolesionismo, siamo il Paese più visitato al mondo e in questo territorio olivicolo abbiamo davvero tanto da mostrare.

Chissà quanto pagherebbero i giapponesi o i cittadini del nord Europa per un paesaggio così, loro, sempre pronti ad arrivare con le loro vetture per scoprire un itinerario dettagliato, esplicativo e con varie soste tematiche, dove poter godere a pieno di queste bellezze e, soprattutto, dove poter acquistare il più prezioso dei nettari della Puglia: l’oro che Aristotele, Columella e Catone il Censore, oltre 2mila anni fa, declamavano come il migliore dei rimedi per la salute e per il corpo. Già a quei tempi – prendiamone esempio – era stata compresa l’importanza dell’olio extravergine di oliva.